disco juke box Wurlitzer



Wurlitzer


Rudolph Wurlitzer morì nel 1914 lasciando la conduzione della società al minore dei suoi tre figli, Farny. Dopo la prima guerra mondiale, la debole economia americana iniziò la sua ripresa che ebbe una costante crescita fino al 1929, anno in cui iniziò la grande depressione: la sorte della Rudolph Wurlitzer co seguì il destino della nazione. Inoltre con la fine del decennio Farny Wurlitzer dovette affrintare una terribile crisi dovuta all'avvento del cinema sonoro, che decretò finita l'epoca dei Mighty Organs, e alla crescente popolarità della radio come mezzo di diffusione della musica, che provocò una drastica flessione del mercato dei pianoforti e di altri strumenti da intrattenimento.
Le difficoltà finanziarie che stavano portando la società sull'orlo del collasso furono risolte dall'incontro di Farny Wurlitzer con Homer E. Capehart.
Capehart, reduce da un disastro finanziario in cui aveva perso la sua Capehart Corporation, si era presentato nell'ufficio di Wurlitzer nel tentativo di vendere il brevetto di un giradischi studiato nella sua piccola fabbrica di Fort Wayne, la Packard Manufacturing Corp.



Mentre descriveva la sua invenzione Capehart si rese però conto che Wurlitzer era più interessato ad un fonografo automatico e che sicuramente aveva già sentito parlare del successo dei nuovi "juke boxes", così decise di afferrare al volo l'occasione.
In breve Capehart fu in grado di proporre a Farny Wurlitzer il brevetto di un meccanismi cambiadischi multiselezione che aveva acquistato per 50000 dollari.
Il Simplex, così fu chiamato il meccanismo dal suo inventore, un certo Erickson, era quanto di meglio si potesse trovare, e fruttò a Homer Capehart 57000 dollari, 22000 azioni Wurlitzer e la carica di Vice Presidente e Direttore Generale delle vendite della Wurlitzer.
Il Simplex avrebbe servito la Wurlitzer finol alla metà degli anni '50.
Nel 1933 si iniziò a riorganizzare gli impianti e nei due anni successivi la produzione salì vertiginosamente fino a novecento fonografi alla settimana, grazie anche ad una capillare, oculatissima rete di distribuzione sostenuta da personale addestrato a riparare il Simplex direttamente a North Tonawanda.





juke box Simplex

manifesto juke box Wurlitzer


Alla fine del 1937 erano stati venduti juke boxes per più di 2 milioni di dollari e la quotazione in borsa delle azioni Wurlitzer aveva toccato l'apice, ma pur in questo clima di euforia si registrò un calo delle vendite del 5% rispetto all'anno precedente.
Dopo un attento studio dei rapporti di ogni zona, si potè stabilire un preciso quadro della situazione: le possibili locazioni erano ormai tutte occupate e la metà di esse possedevano un apparecchio Wurlitzer.
Inoltre, la qualità del prodotto permetteva agli operatori di sfruttare lo stesso juke box per almeno sei anni senza inconvenienti.
Questa difficile situazione fu affrontata con diverse contromisure.
Fu annunciato un taglio di produzione del 40% indipendentemente dalle richieste e nello stesso tempo furono studiate valide proposte per ritirare l'usato in cambio del nuovo e per offrire un migliore servizio di assistenza. Furono adoperati tutti i mezzi per sottolineare l'importanza degli apparecchi nuovi, più attraenti ed affidabili, per ottenere maggiori introiti.
Questa politica fu sostenuta da una vasta campagna pubblicitaria in cui furono usate brochures che rappresentavano le varie tappe della vita di un juke box, dalla prima locazione in un locale di lusso e poi, col passare del tempo, in ambienti sempre più modesti e periferici, fino al ritiro e alla distruzione a colpi d'ascia.
E proprio a colpi d'ascia ne furono eliminati molti, rendendo difficile una stima attuale sulla quantità di esemplari ancora esistenti.



La soluzione adottata servì a migliorare qualitativamente le locazioni secondarie dando maggiori guadagni agli operatori e alla fabbrica, però non resse ad un più accurato esame: non era possibile decurtare la produzione del 40% e malgrado ciò offrire cambi vantaggiosi.
In effetti la produzione fu diminuita solo del 25% e fu annunciata una grande campagna commerciale per il 1938.
Il Century Club fondato nel 1936, a cui appartenevano i noleggiatori che avevano acquistato oltre cento juke boxes aveva ora, nel 1938, 1200 soci, ma la Wurlitzer non riuscì più a superare il record di vendite del 1936 con 44397 unità, e la media si stabilizzò fino all'inizio della guerra intorno ai trentamila esemplari.
Capehart non fu più capace di rubare locazioni alle marche concorrenti che riuscivano a presentare juke box sempre più all'avanguardia; anzi, nuove piccole fabbriche di juke boxes si affacciarono sul mercato quali Gabel, Keeney, H.C. Evans, Pantages e infine Filben.
Il 50% del mercato rimase sempre alla Wurlitzer, che , nonostante il grande impegno di Capehart, dovette comunque subire un'inevitabile recessione.
Nei primi mesi del 1940 lo stesso Capehart rassegnò le dimissioni per dedicarsi alla carriera politica; eletto senatore per lo stato dell'Indiana, per tre legislature si occupò dei problemi del suo stato con correttezza e onestà.





storia juke box

juke boxes anni 40



Quando la guerra scoppiò nel pacifico, il primo colpo contro l'industria dei juke boxes fu sparato proprio dal Parlamento americano che proibì, a partire dal 1 febbraio 1942, la costruzione di slot-machines e impose di diminuire la produzione di juke boxes del 75%, per risparmiare metallo prezioso per l'industria bellica.
Le grandi marche costruttrici di juke boxes furono così costrette a fermare la produzione e si dovettero riorganizzare per produrre materiale bellico sulla base dei contratti governativi ricevuti.
La Wurlitzer iniziò a costruire ricetrasmittenti, attrezzature di bordo per aerei e per carri armati ed altri strumenti di precisione; a North Tonawanda furono prodotti strumenti tecnologicamente avanzati per l'esercito americano fino alla fine della guerra di Corea e per le trasmissioni dalla Terra alla Luna nel 1969.
La Rock-Ola costruì munizioni e casse per le medesime; la Seeburg rimase nel campo dell'elettro-meccanica costruendo congegni ad orologeria per le bombe.
Durante la seconda guerra mondiale, come già avvenuto negli anni della Depressione, la vita sociale fu completamente stravolta.
Gli Stati Uniti spinsero al massimo l'industria per sostenere lo sforzo bellico, la disoccupazione scomparve e tutti coloro in grado di lavorare, incluse le donne, presero il posto dei giovani chiamati al fronte.
Così anche il ritmo frenetico delle fabbriche di armamenti che funzionavano 24 ore su 24 stava prendendo il posto della rassicurante routine e l'ansia sulle sorti della guerra e sul futuro spingeva la gente a riunirsi nei locali per cercare di dimenticare, sebbene per poco, la situazione; la guerra stessa contribuì ad unire gli animi nello sforzo comune e ballare con un soldato o con un estraneo non appariva più strano.




Il juke box fu un polo di attrazione per i pochi attimi di svago non solo in patria ma anche nelle basi militari nel Pacifico, portando un po' d'America ai soldati lontani.
Giacchè vigeva il divieto di costruire nuovi modelli, la grossa difficoltà della Wurlitzer e delle altre case costruttrici era soddisfare le richieste degli operatori, che dovevano continuare a mantenere in funzione i vecchi meccanismi.
Era necessario creare un mercato di parti di ricambio, spostando i juke boxes a disposizione nei locali più redditizi e comperando nelle campagne vecchi apparecchi usati da riportare in città.
Alla proibizione del Parlamento di usare il metallo per la costruzione dei meccanismi dei juke box, si aggiunse nel '42 il veto sull'uso della cera lacca,materiale con cui erano fatti i dischi e purtroppo proveniente da Bruma, tagliata fuori dall'esercito giapponese.
I dischi vecchi e anche quelli rotti furono allora oggetto di raccolta per giungere quindi a riciclare il materiale e produrre dischi nuovi.


meccanismi dei juke box

juke box Decca records Wurlitzer



Preso atto della difficoltà di trovare lavoro in cui venivano a trovarsi i musicisti per l'avvento dei juke boxes, il Presidente della Federazione Americana dei Musicisti, James Petrillo, chiese alle grandi case discografiche di accordare una royalty sulle incisioni. Non ottenendo risultati, si accordò con i membri della federazione affinchè non incidessero alcun disco: per due anni la Columbia e la RCA Victor dovettero fermare la produzione e infine le case discografiche si arresero.
La prima registrazione fu un album della Decca records con brani del musical "Oklahoma!", musiche di Richard Rodgers e testi di Oscar Hammerstein II, disco che vendette un milione e trecentomila copie.
Ma l'idea più geniale fu ancora una volta della Wurlitzer e per la precisione del suo designer Paul Fuller, già divenuto uno dei più famosi designer d'America.
L'idea fu di costruire un mobile universale (prodotto con due varianti, "rotary" o "keyboard" per i meccanismi a pulsanti o a tastiera) capace di contenere i vecchi meccanismi purchè fossero a 24 selezioni.
Quest'idea nacque sicuramente dai kit di trasformazione costruiti tra la fine degli anni '30 e i primi anni '40 da ditte quali Miraben Co. (2043 di Carrol Avenue, Chicago) e Gerber&Glass (314 Diversey Boulevard, Chicago) per abbellire e illuminare i vecchi involucri di legno o per usufruire di un vecchio meccanismo ponendolo in un nuovo mobile.
Fu così che, nonostante la guerra, i locali più lussuosi ebbero il loro "nuovo" Wurlitzer, scintillante e attraente come i suoi predecessori.








Durante la prima metà degli anni '40, Paul Fuller lavorò molto ad un nuovo tipo di design in previsione della fine del conflitto e della ripresa economica e , in effetti, il primo juke box del dopoguerra fu un grande successo; tuttora quel 1015 è il più famoso e il più collezionato.
Tutto il paese conobbe questo nuovo juke box attraverso un'enorme campagna pubblicitaria; grandi manifesti annunciavano "Wurlitzer it's Music"; molti gadgets con lo sloga "Wurlitzer - Musical fun for everyone" apparvero in tutti i bar e locali notturni e proprio per questi così come per tutti gli operatori furono girati filamti dove si mostrava con orgoglio la catena di produzione, illustravano con disegni e grafici la propagazione delle onde sonore e come in base a questo installare gli altoparlanti supplementari.
Il simbolo della Wurlitzer, Johnny One-Note, la famosa nota che suona la tromba, apparve dovunque e, tra il 1946 e il 1947, furono costruiti 56000 juke boxes.
Questo risultò essere il periodo in cui il juke box riuscì ad influenzare maggiormente la vita degli americani; lo fece a tal punto che il locale in cui cenare o prendere un drink veniva scelto in base al modello di juke box che vi si trovava.



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